I porcospini di Schopenhauer.

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; così, la finirono ad essere costantemente sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”
A. Schopenhauer 

Ci sono persone che non riusciamo a tenere tanto vicino, (un po’ per paura di essere feriti, un po’ per paura di ferire). Quelle persone alle quali istintivamente ci avviciniamo come alle fiamme che fin da bambini ci affascinano, illuminano, ci scaldano; hanno il potere di bruciarci e di congelarci se maneggiate con poca cura. Sembrano i frutti di un videogioco fantasy, governato da alchimie e dalle forze magiche scatenate dagli elementi. È una questione di dettagli, di equilibri tra istinto, ragione, cuore.

Ma siamo umani, e la vita non scorre solo dentro di noi: andare alle terme il 15 di agosto, per quanto possa avere dei risvolti positivi è comunque una coglionata. Il tempo e il luogo sono parte integrante del meccanismo.

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