Fissazioni non filtrate.

Odiare le fissazioni degli altri è facilissimo.
Come bere un bicchiere d’acqua.
No, più facile.
Un bicchiere di birra.
Con le tue però è più difficile.
Le mie, io, non le vedo.
Anzi le vedo, ma le vedo male.
Come quando hai bevuto 3 bicchieri di birra.
Da un litro.
-Boccali si chiamano.
Sì, va bene, ma non essere puntiglioso.
-Hai ragione. Ma il concetto è che io voglio vedermi con gli occhi degli altri.
E chiediglielo.
-Cosa?
(Poba!) Cos’hai di odioso.
-A chi?
Agli altri!
-Ma gli altri non mi piacciono.
E allora cosa te ne frega di sapere come ti vedono?
-Ma perché non la smetti?
Di fare?
-Di farmi domande.
Una birra la vuoi?
-Ecco, questa mi piace.
Chi?
-la domanda.
Ah. Pensavo la pivella che abbiamo davanti.
-Ebbà. Puzzidda. Ma l’hai vista? Cc’ha proporzioni tutte strane tra l’attaccatura dei capelli e le sopracciglia… poi quando ride le vengono le narici triangolari.
Ma se è un pisciotto?
-Zero. Poi è vegana. Sicuro vegana. Guà com’è vestita. Hipster e vegana. Un castoro attaccato ai coglioni. Te la immagini a cena?
Dopo cena me la immagino.
-D’estate non fa a parlare con te. Stai fisso pensando a coricare.
Birra?
– Eia, che è finita. Ordina l’icchinusa nuova, quella con la bottiglia a forma di bombola del gas che così poi mettiamo la foto su facebook con l’hashtag #icchinusa #sumellusu e i puristi s’incazzano.

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