ladri

E mò chi cazzo voto? Guida lisergica per indecisi.

Sulla mia bacheca di facebook va oggi in onda: paranoie elettorali. Sottotitolo: preoccuparsi in maniera compulsiva degli altri per evitare di guardare la merda in casa propria.

La giornata parte bene e in home page trovo subito Gad Lerner che abbandona per una volta la sua proverbiale faziosità decidendo di spendere alcune oneste parole in favore di Beppe Grillo. Si è detto fino ad ora che i candidati del m5s fossero degli emeriti sconosciuti ma a me questi nella foto sembra di conoscerli tutti, da sempre. Ce l’hanno duro questi candidati, soprattutto Peppe Fetish, ma anche Giuseppe Simone ha dimostrato di avere del potenziale. Trovo però un po’ qualunquista frullare assieme gli elettori e i candidati. Insomma che Flavia Vento voti Grillo non toglie e non aggiunge niente alla forza del movimento 5 stelle che finalmente ci libererà dalle scie chimiche e ci farà accedere alla nuova era del pleonastico in cui uno vale uno e non ci sono più le mezze stagioni di una volta.

 

Grillo è un genio del marketing e il fatto che riesca a dire ciò che la ggente (quella con due g) vuole sentirsi dire è un problema per chi non ci riesce.

Prima di considerare lui (non chi lo vota) un quaquaraquà non dimentichiamo che in tempi non sospetti il comico genovese denunciò cose che gli umani non potevano (ancora) immaginare come gli imminenti scandali di Parmalat, Bond argentini e tangentopoli. Verità scomode che nessuno osava dire e di cui bisogna dargli merito. Per questo gli fu precluso l’accesso alla tv pubblica e non certo per mancanza di share. Il fantasma del fascismo resta senza dubbio un valido motivo di preoccupazione ma certe volte è un po’ troppo radicato negli occhi di chi guarda.

I tanti consensi raccolti dal m5s possono avere comunque un risvolto interessante nel processo di rinnovamento della nostra classe politica e forse riusciranno a porre degli interrogativi all’interno della dirigenza di alcuni partiti riguardo la necessità di dare spazio alle seconde linee fatte di persone giovani e capaci che ancora credono in un futuro coraggioso.

Avete indovinato, stavo parlando del PD.

Quel PD che si concede gli ultimi scivoloni di una campagna elettorale basata sulle figure di merda e che meritava di essere conclusa col botto. Spinte dalla consueta pavidità e temendo di fare un passo falso, le alte sfere del partito finiscono per mangiare la banana con la buccia riuscendo comunque a scivolarci sopra grazie alla forza dei contenuti unita alla potenza dei propri correttori di bozze che evidentemente usano il notepad e una tastiera con layout straniero per redigere i testi. D’altronde il masochismo è un’arte, non si improvvisa.  Tentativo maldestro con “Lo smacchiamo” (che Freddie li perdoni) battuto al fotofinish da una lettera scritta da chi vuole a tutti i costi emulare le gesta del nostro caro Comunardo Niccolai.

Lettera che riscuote comunque un discreto successo tra gli internauti così come la sua correzione, condivisa dagli elettori di destra di sinistra e di nonsodovesonomessoperòSVEGLIA!!!11!! Riscuote talmente tanto successo da essere utilizzata (ho detto utilizzata? volevo dire strumentalizzata) anche da un tifoso del mummificato tascabile.

Costui, (che non nomineremo) forse responsabilizzato dal peso del villoso cognome, decide di prelevare alla chetichella la foto che segue e a ripubblicarla sulla propria bacheca prendendosene i meriti riuscendo così con grande ironia ad offrire un momento amarcord che ci riporta indietro al glorioso periodo in cui le province sarde erano 11. D’altra parte se all’interno del Partito Dei Ladri non dimostri di saper rubare con nonchalance perdi punti simpatia.

La sequenza “Monti Fini Casini” dovrebbe già bastare a definire il buon gusto e la compostezza della gente che ruota attorno alla lista per l’Italia. I volgari baccanali noi li lasciamo a Berlusconi. Qua si fanno cose di classe. I montatori di eleganti bordelli infatti non fanno rumore su facebook incarnando la filosofia per cui panni sporchi vanno lavati in casa, rigorosamente dalla servitù filippina.

Se non avete ancora smesso di leggere, è probabile che non facciate parte di quel 50% di analfabeti di ritorno ed è altrettanto plausibile che a questo punto vi stiate chiedendo quali siano dunque le mie indicazioni di voto. Questa, almeno così sembrerebbe dal titolo, doveva essere una guida per indecisi.

Quello che mi sento di dire in realtà è ben poco rispetto a ciò che potete vedere quotidianamente coi vostri occhi.

Vi sarete accorti che in tanti non sono altro che venditori di fumo, vi prometteranno la luna e forse ve la regaleranno (che tanto manco è loro) e non dovrete preoccuparvi se per l’astronave si dovrà pagare un piccolissimo contributo spese. Ma tra questi venditori di fumo  c’è chi vorrebbe venderlo sul serio il fumo e combatte da anni per questo. Io credo che voterò loro. Perché alla fine mi sa che l’unica soluzione concreta e attuabile per guardare al futuro di questo paese con il sorriso è iniziare a farsi le canne.

La retrocompatibilità degli sms.

Ti accorgi che è i tempi stanno cambiando quando pensi agli sms: tutto d’un tratto sono diventati obsoleti. 

Oggi le uniche persone a cui li mandi sono quelle stesse persone che 10 anni fa, mentre noi ggiovani sfiammavamo christmas/summer ed altre-stagioni-card non sapevano nemmeno come mandarli e anzi si chiedevano come potessimo farne così largo uso.  

Gli sms oggi sono totalmente inutili, antieconomici e facilmente sostituibili. Chiunque abbia uno smartphone con internet si è accorto che facebook messanger, whatsapp, telegram e perfino la mail possono tranquillamente farne le veci garantendo una perfetta integrazione con l’apparecchio e nuove utili funzioni. Aggràtisi. In Italia, se non consideriamo le tariffe allinclusive (ma che cacchio me ne faccio di 1000 sms inclusi, datemi più giga, grazie) il prezzo medio per uno striminzito sms è di circa 12 centesimi: uno sproposito, senza considerare che la soglia dei 160 caratteri si supera facilmente, facendo levitare il prezzopermessaggio alla folle cifra di 1/4 di euro. Nemmeno fosse un MMS (sì, esistono ancora!). 

A questo punto ci si deve chiedere: gli sms a cosa servono? Perché esistono ancora? E soprattutto perché le compagnie telefoniche possono permettersi di continuare a farli pagare così tanto? La risposta è abbastanza semplice: servono a garantire la retrocompatibilità con i vecchi. Come accade con i sistemi operativi dei computer. Anche le problematiche annesse sono le stesse: a fronte di una maggiore compatibilità con i modelli precedenti c’è uno spreco inutile di risorse. In pratica siamo costretti a tenerci un tappeto e della legna nel cofano della macchina, perché si, il telefono ce l’hanno tutti, ma alcuni usano ancora i segnali di fumo.

Edit – Siamo nel 2016 ed esiste ancora il televideo. Gente che lavora ogni giorno per inserire contenuti nel televideo. Mi state dicendo che davvero c’è ancora gente che guarda il televideo?